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Senso di Colpa: ingrediente della moralità. La Storia di Giovanni e Lucilla

Prova a ricordare un episodio recente in cui hai avuto la sensazione di aver violato una regola e, per l’irrefrenabile istinto di evitare la sgradevole onta della vergogna, hai sentito di meritare una punizione per espiare la colpa.


Crudo. Essenziale: il Senso di Colpa.


I codici morali non sono universalmente condivisi e quindi nemmeno i comportamenti per l’espiazione. Il Senso di Colpa è un sentimento stagnante e macabro, una sensazione nauseante che continua a ripresentarsi (T. W. Smith, 2017).

Esistono tante sfumature del Senso di Colpa, tanto che molti studiosi si chiedano se non siano emozioni completamente diverse.

Il linguaggio ci aiuta poco, facendoci cadere nel tranello del Rimorso o del Rimpianto.


Distinguiamo due tipi di SdC: Altruistico e Deontologico.

Questi due sensi di colpa non possono essere considerati come due varianti, ma come due emozioni distinte perché rappresentati da substrati neurali differenti (si attivano diverse aree del cervello), sono provocati da pensieri differenti e producono comportamenti distinti.


Il SdC Deontologico rappresenta il confronto con sé stesso e con i propri valori morali. Siamo convinti di aver trasgredito una regola, un comandamento che per noi è importante.

A cosa serve?

  1. A guidare il nostro comportamento futuro e tenere a bada gli istinti antisociali, aggressivi o sessuali non desiderati.

  2. Ci mette a disposizione di un’eventuale punizione, spingendoci ad accettarla più volentieri.


Il SdC Altruistico rappresenta il confronto con gli altri e si manifesta quando crediamo di aver danneggiato ingiustificatamente l’altro.

A cosa serve?

  1. A mantenere l’altruismo reciproco, un’essenziale elemento della convivenza umana (provoco un beneficio ad un altro senza aspettarmi nulla in cambio)

  2. A proteggere questo complesso meccanismo, nonostante i miei errori. Il SdC altruistico serve a far capire agli altri che possono ancora fidarsi di me.


Per semplificare, Il SdC ci permette di crescere secondo delle regole morali interne, accettando eventualmente una punizione adeguata e protegge le relazioni sociali e la fiducia reciproca.


Senso di Colpa Deontologico (senza danno):

Come ho spiegato questo senso di colpa non necessariamente è attivato da un comportamento che provoca un danno a qualcun altro o a se stesso.

Qui rientrano quasi tutti i dilemmi morali, tra cui l’incesto o l’eutanasia: il solo pensare di fare sesso con mio fratello o mia sorella mi provoca un istintivo senso di repulsione e poi la colpa di aver tradito anche solo con la mente un comandamento morale a cui sono legato; pensare di poter “Giocare a Dio” e interrompere la sofferenza di una persona malata terminale attraverso l’eutanasia smuove in molti la colpa di non aver rispettato un imperativo morale.

Ancora, offendendo qualcuno pensando male di lui può generare senso di colpa solo per il fatto che si è mancato di rispetto anche se si è sicuri che l’altro non ha e non ne avrebbe avuto mai né danni né dispiaceri.


Senso di Colpa Altruistico:

Rientrano la colpa del “sopravvissuto” per malattia, strage o calamità naturale; molto comune nei reparti degli ospedali, in cui si prova colpa per non aver condiviso la propria fortuna con qualcun altro. Un altro esempio è quando non si è condiviso affetto per una vittima (non ho stretto la mano a mia nonna durante gli ultimi momenti della sua vita).

I pensieri comuni sono “Come ho potuto lasciarla da sola?”; “Io sto bene, mentre lui è stato sfortunato”.


Il SdC ha un’origine sociale poiché si sviluppa per apprendimento e introiezione di norme sociali e morali (Castelfranchi, Miceli, 2002). Esistono differenze individuali evidenti rispetto al grado con il quale le persone sono predisposte a provarlo.

La famiglia è il primo ambiente al quale guardare per l’apprendimento di questa emozione: depressione, aggressività, disciplina rigida sono ingredienti di base per la strutturazione di una predisposizione.


Il SdC quando troppo rigido e sistematico può essere alla basa di diverse psicopatologie. Sicuramente molto intenso in molti Disturbi Ossessivi-Compulsivi, nei Disturbi di Personalità Dipendente e nella Depressione.


Se ritieni di avere un problema con il Senso di Colpa (con o senza danno) puoi contattare uno psicologo o psicoterapeuta per chiedere aiuto.


La Storia di Giovanni (fonte: Apparigliato 2010)

Giovanni è alle sue prime uscite serali. Il padre, persona da lui stimata ed ammirata, gli concede di uscire la sera, ma gli d° l’ordine di tornare entro la mezzanotte perché altrimenti si arrabbierebbe. Il ragazzo sa che tutti i suoi amici torneranno più tardi, che questa è una prassi abituale, senza problemi di sicurezza. L’ordine del padre appare quindi esagerato on lo rispetta e torna all’una di notte. Il ragazzo si sente in colpa per questa sua condotta perché ha pensato di aver mancato di rispetto all’autorità del padre. Mentre tornava a casa tra se e se si diceva: “ma come mi sono permesso, se si arrabbia me lo sono proprio meritato” e cercava qualsiasi modo per diminuire la rabbia del padre; immaginava appena a casa di dirgli che si sarebbe meritato una punizione e che se lui avesse voluto il giorno dopo gli avrebbe lavato la macchina.


La lettera di Lucilla (fonte: Castelfranchi, 1994)

Ho sofferto di gravi sintomi e sono stata ricoverata in un ospedale. Durante questo periodo ho condiviso una stanza con un’altra persona e siamo diventate amiche. Dopo dieci giorni il dottore mi ha informata che stavo bene e che potevo tornare a casa. Mentre preparavo le valigie la mia amica è entrata nella stanza. Era molto demoralizzata: il dottore le aveva diagnosticato un cancro. Ancora oggi non posso togliermi l’idea che stavo per riprendere la mia vita e che lei invece stava per affrontare un’esperienza terribile. Mi sentivo in colpa per non aver condiviso il suo fato.


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